Fino a pochi anni fa la sua esistenza era nota ai soli subacquei, poichè
si poteva incontrare solo sui fondali rocciosi a partire dai 4-5 metri
di profondità. Recentemente si è però moltiplicato a dismisura,
risalendo i fondali, ed è diventato un frequentatore abituale anche dei
fondali sabbiosi, giungendo fino in prossimità del bagnasciuga. Il che ha reso possibile il suo incontro con i comuni bagnanti estivi, con conseguenze spesso spiacevoli. Stiamo parlando del Vermocane, o verme di fuoco (Hermodice carunculata), un anellide marino che vaga sui fondali marini in cerca di resti di animali morti di cui si nutre. Il
suo "successo" può essere attribuito alla progressiva mancanza di
concorrenti; la specie non ha predatori naturali e si sta avvantaggiando
del progressivo impoverimento dell'ecosistema marino. Da assiduo frequentatore dei fondali marini, ho assistito a questa sua crescita nel corso degli anni: crescita si anelle dimensioni, sia nella frequenza con cui si incontra. Un sub può ammirare la sua colorazione sgargiante, e l'esibizione minacciosa delle sue setole velenifere. Diverso è il caso in cui un ignaro bagnante fortuitamente lo tocchi: il veleno di cui è provvisto è fortemente urticante, la sensazione di bruciore e prurito è insopportabile. Le setole penetrano nell'epidermite e restano conficcate (come dei veri e propri arpioni). Si possono alleviare i sintomi applicando del nastro adesivo sulla parte colpita: una volta tolto parte delle setole rimarranno appiccicate; si può poi cospargere la parte dolorante con alcool.
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